🔴 Legge Made in Italy: cosa è cambiato davvero per chi esporta
Facciamo il punto sugli effetti concreti per le imprese italiane che vendono all’estero.
È tempo di aggiornarci sul Made in Italy e la sua legge-bandiera, la 206/2023, in vigore dal gennaio 2024, con i numeri e le tendenze del primo trimestre 2025. Come sempre, niente fumo negli occhi: solo dati, fatti e qualche riflessione utile per chi vive l’export ogni giorno.
Export italiano Q1 2025: crescita, ma con qualche ombra
Nei primi tre mesi del 2025, le esportazioni italiane hanno raggiunto quota 160,1 miliardi di euro, segnando un aumento del +3,2% in valore rispetto allo stesso periodo del 2024.
Attenzione però: il dato in volume è in calo dell’1,6%. Questo significa che vendiamo prodotti a prezzi mediamente più alti, ma in quantità leggermente inferiori.
Il saldo commerciale resta positivo (+7,8 miliardi), ma si riduce rispetto ai +12,8 miliardi del Q1 2024. Il settore energetico pesa ancora come un macigno sul saldo: senza energia, l’avanzo commerciale sarebbe di +21,4 miliardi.
Dove cresciamo di più?
Farmaceutico, chimico-medicinale e botanico: +41,9%
Mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli): +21,2%
Metalli di base e prodotti in metallo: +5,8%
Alimentare, bevande, tabacco: +5,5%
Male invece il petrolifero raffinato (-27%) e l’auto (-12,2%).
Made in Italy: la legge 206/2023 ha fatto la differenza?
A che punto siamo con le misure?
Il Fondo nazionale Made in Italy è operativo, con bandi già partiti per sostenere filiere strategiche e innovazione, anche se la burocrazia rallenta ancora l’arrivo concreto dei fondi alle PMI.
Il liceo del Made in Italy ha avviato i primi corsi sperimentali, ma è ancora presto per misurare l’impatto sul tessuto produttivo.
La tutela dei marchi storici e la lotta alla contraffazione hanno visto un rafforzamento, con più controlli e prime sanzioni effettive.
Impatto reale sull’export?
Il quadro è in chiaroscuro:
La legge ha rafforzato il “brand Italia” e la narrazione di sistema, dando maggiore visibilità internazionale alle nostre eccellenze.
Le nuove tutele e gli incentivi alla brevettazione hanno dato una spinta all’innovazione, soprattutto nei settori ad alto valore aggiunto.
Però, l’impatto diretto sulle esportazioni è ancora più reputazionale che quantitativo: la crescita dell’export resta trainata dalla domanda estera e dalla capacità delle imprese di adattarsi ai mercati, più che dagli effetti immediati della legge.
Le nuove strategie per l’export: focus mercati e settori
Il Piano d’Azione per l’Export 2025 individua mercati-chiave (Turchia, Cina, Emirati, Messico, USA, Svizzera, UK, Giappone, Canada) e settori prioritari (meccanica, farmaceutico, agroalimentare, tecnologia, prodotti sostenibili). L’obiettivo di sistema è ambizioso: 700 miliardi di euro di export entro fine legislatura.
Le camere di commercio italiane all’estero segnalano opportunità soprattutto su:
Farmaceutico e biotecnologie
Tecnologia e macchinari industriali
Agroalimentare di qualità
Prodotti sostenibili
Valutazione: opportunità e rischi
Punti di forza:
La legge 206/2023 ha dato slancio all’identità e alla tutela del Made in Italy, con strumenti concreti per innovazione e protezione dei marchi.
L’export italiano si conferma resiliente e in crescita, anche grazie a una domanda internazionale che premia la qualità e la reputazione.
Punti critici:
La burocrazia e i tempi di attuazione delle misure restano un freno, soprattutto per le PMI.
L’impatto diretto della legge sulle esportazioni, per ora, è più di contesto che di sostanza: serve accelerare su semplificazione e accesso ai fondi.
Alcuni settori (auto, petrolifero) soffrono ancora, mentre la crescita è trainata da farmaceutico, metalmeccanico e alimentare.
In sintesi?
Il Made in Italy tiene e cresce, ma la vera sfida è trasformare le buone intenzioni della legge 206/2023 in vantaggi tangibili per chi esporta. Serve meno burocrazia, più rapidità nei bandi, più formazione e una strategia ancora più mirata sui mercati a più alto potenziale. Il brand Italia è forte, ma ora dobbiamo correre più veloci.
Alla prossima,
Roberto
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